Salvatore Natoli La costruzione di sé e la formazione del carattere Lyrics
Virtù
« La sola ricompensa della virtù è la virtù. »
(Ralph Waldo Emerson)
Personificazione della virtù (in greco ἀρετή) a Efeso, TurchiaVirtù, dal (greco ἀρετή; latino virtus) è la abituale e salda capacità di un uomo di eccellere in qualcosa, di compiere un certo atto in maniera ottimale. La virtù è anche la qualità di eccellenza morale sia per l'uomo sia per la donna. È detto virtù anche un tratto caratteriale positivo.
La parola ἀρετή deriva dal greco arete (αρετη). La parola latina virtus significa letteralmente "virilità", dal latino vir, "uomo" nel suo senso maschile; ed ancora, proprio dal suo carattere originariamente maschile, essa si riferisce alle abilità guerresche quali, ad esempio, il coraggio. Per una delle molte ironie che ci riserva l'etimologia, in italiano la parola virtù è spesso utilizzata in riferimento alla castità femminile.
In Grecia essa era tipicamente chiamata ηθικη αρετη. Essa è la capacità di essere "abitualmente eccellente". È qualcosa che non può non essere mostrato nell'azione. La virtù della perseveranza ha la particolarità di essere necessaria a tutte le altre, poiché è necessario che il carattere si formi continuamente alla scuola della perseveranza se si vuole che l'uomo si mantenga virtuoso. Nel senso greco, la virtù coincide con la realizzazione della propria essenza; in questo modo la nozione è estesa a tutti gli essere viventi(anche animali teoricamente). Secondo Socrate la virtù è fare ciò che ciascuno è programmato di fare. Quello che sul piano oggettivo è la realizzazione delle propria essenza, sul piano soggettivo coincide con la propria felicità.
Prudenza
La prudenza è una delle quattro virtù cardinali della morale occidentale, sin dall'antichità romana. La prudenza è la virtù che dispone l'intelletto all'a___isi accorta e circostanziata del mondo reale circostante e esorta la ragione a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene, scegliendo i mezzi adeguati per compierlo. La prudenza è la « retta norma dell'azione », scrive Tommaso D'Aquino sulla scia di Aristotele. Essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione. È detta « auriga virtutum - cocchiere delle virtù »: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura. È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza. L'uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio. Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare.
Giustizia
La giustizia è la virtù morale che consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto. La giustizia verso Dio è chiamata « virtù di religione ». La giustizia verso gli uomini dispone a rispettare i diritti di ciascuno e a stabilire nelle relazioni umane l'armonia che promuove l'equità nei confronti delle persone e del bene comune. L'uomo giusto, di cui spesso si fa parola nei Libri Sacri, si distingue per l'abituale dirittura dei propri pensieri e per la rettitudine della propria condotta verso il prossimo. « Non tratterai con parzialità il povero, né userai preferenze verso il potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia » (Lv 19,15). « Voi, padroni, date ai vostri servi ciò che è giusto ed equo, sapendo che anche voi avete un padrone in cielo » (Col 4,1).
Dal lat. iustitia; fr. ing., justice; sp. justicia; tedesco Gerechtigkeit; la parola deriva da justus, giusto e questo da jus, diritto, ragione.
Giustizia è ordine dei rapporti umani; la virtù morale per la quale si osserva in sé e in altri il dovere e il diritto; è la costante e perpetua volontà di riconoscere a ciascuno ciò che gli è dovuto; è l'ufficio, il magistrato o il luogo dove si rende giustizia.
Fortezza
La fortezza è la virtù morale che, nelle difficoltà, a__icura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale. La virtù della fortezza rende capaci di vincere la paura, perfino della morte, e di affrontare la prova e le persecuzioni. Dà il coraggio di giungere fino alla rinuncia e al sacrificio della propria vita per difendere una giusta causa. « Mia forza e mio canto è il Signore » (Sal 118,14). « Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo » (Gv 16,33).
Temperanza
Nel mondo ellenico era intesa con il termine mediocritas che stava a indicare giusto mezzo senso che è andato perso nel termine italiano mediocrità. Nell'Etica Nicomachea di Aristotele viene elencata a__ieme a coraggio, liberalità, magnanimità, mansuetudine e giustizia; come giusto mezzo tra intemperanza e insensibilità.
Nel mondo latino Cicerone nel De officiis così la descrive: rimane a parlare della quarta ed ultima parte dell'onestà; cioè di quella parte che comprende in sé, anzitutto la verecondia e poi, come ornamento della vita , la temperanza e la moderazione, vale a dire il pieno acquietamento delle passioni e la giusta misura in ogni cosa.
Molte altre religioni tessono le lodi di questa virtù e spesso chiedono ai loro accoliti di praticarla in particolare con opere di mortificazione della carne come il digiuno o la castità. Per il Buddismo è uno dei cinque precetti dettati da Budda stesso. Nel mondo cristiano essa fu indicata per la prima volta come virtù cardinale a__ieme a prudenza, giustizia e fortezza da Tommaso d'Aquino. Queste virtù furono definite cardinali in quanto fanno da cardine per la vita di un uomo che cerca di avvicinarsi a Dio. Essa risulta come il collante delle altre tre virtù, infatti esse non sono veramente complete se non sono accompagnate dalla temperanza. Ma già nell'Antico Testamento troviamo riferimento a questa virtù nel Siracide (sir.18,30). Mentre nel Nuovo Testamento nella seconda lettera di Pietro si dice Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza,alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità.Se queste cose si trovano in abbondanza in voi, non vi lasceranno oziosi né senza frutto per la conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. Nel catechismo della Chiesa cattolica, nella parte terza La vita in Cristo, sezione prima La vocazione dell'uomo: La vita nello spirito., si dice: La temperanza è la virtù morale che modera l'attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati. Essa a__icura il dominio della volontà sugli istinti e mantiene i desideri entro i limiti dell'onestà.
La temperanza è la virtù morale che modera l'attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati. Essa a__icura il dominio della volontà sugli istinti e mantiene i desideri entro i limiti dell'onestà. La persona temperante orienta al bene i propri appetiti sensibili, conserva una sana discrezione, e non segue il proprio istinto e la propria forza a__econdando i desideri del proprio cuore.83 La temperanza è spesso lodata nell'Antico Testamento: « Non seguire le passioni; poni un freno ai tuoi desideri » (Sir 18,30). Nel Nuovo Testamento è chiamata « moderazione » o « sobrietà ». Noi dobbiamo « vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo » (Tt 2,12).
« Vivere bene altro non è che amare Dio con tutto il proprio cuore, con tutta la propria anima, e con tutto il proprio agire. Gli si dà (con la temperanza) un amore totale che nessuna sventura può far vacillare (e questo mette in evidenza la fortezza), un amore che obbedisce a lui solo (e questa è la giustizia), che vigila al fine di discernere ogni cosa, nel timore di lasciarsi sorprendere dall'astuzia e dalla menzogna (e questa è la prudenza) ».84
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